Burnout: che cos'è lo stress da lavoro?
Aumentare il benessere dei dipendenti è essenziale per il buon andamento di un’azienda. Tema centrale del dibattito dell’evento organizzato da RS - Rieducatore Sportivo Italia al Savoia Hotel Regency a Bologna il 21 giugno
Il luogo di lavoro non sempre riesce ad appagare le aspettative dei lavoratori. Orari snervarti, troppe responsabilità o non fare quello che piace possono creare disturbi, soprattutto a livello mentale. Anche il non lavoro paradossalmente può creare lo stesso livello di frustrazione.
Non è sempre facile creare una vita lavorativa ideale. In più certi luoghi o colleghi rendono ancora più difficile il compito, basta pensare al mobbing di cui sempre più persone sono vittime.
E' proprio di questi giorni la notizia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto, in modo formale, il burnout come una sindrome che accompagna lo stress da lavoro o da disoccupazione. Ma quali sono i sintomi? Letteralmente il termine anglosassone burnout significa crollo. Il fattore principale è riconducibile alla psiche. Nella pratica i segnali sono la mancanza di energia, la negatività e il cinismo associati al lavoro, l’aumento dell’isolamento e la diminuzione dell’efficacia professionale. L’importante, a detta dell’Oms, è non confondere questi sintomi con altri stati come l’ansia e la depressione, e di non estenderli alla vita sociale. La sindrome è tale solo se riferita al contesto lavorativo.
Il primo a occuparsene è stato lo psicologo Herbert Freudenberger quando nel 1974 pubblicò un articolo scientifico sulla sofferenza dei professionisti che si occupano di assistenza. Infermieri, medici, vigili del fuoco secondo lo studioso sono vittime di un elevato stress da lavoro perché in continuo contatto con la sfera emotiva dei propri assistiti. All’inizio l’agenzia speciale dell’ONU l’aveva inserita nell’elenco delle malattie, per poi correggere il tiro specificando che non si tratta di una condizione medica, bensì legata al fenomeno occupazionale. Ai medici sono state fornite alcune direttive che possono aiutare nella diagnosi di questo stato.
Una delle priorità di una qualsiasi impresa nel XXI secolo deve essere quella di fornire una struttura in grado di sostenere il benessere dei propri collaboratori. Questo va ad incidere direttamente sulla salute fisica, mentale, sociale ed economica di chi vive in fondo la maggior parte della giornata sul luogo di lavoro.
Una forza lavoro motivata garantisce il successo di un’azienda e il supporto in ogni reparto in cui la risorsa viene coinvolta. Se il benessere diventa collettivo, le prestazioni generali potranno essere anche al di sopra dei target pianificati.
Combattere il burnout e qualsiasi altro aspetto legato al possibile disagio del lavoratore, può essere il segreto per amplificare il successo di una società.
Sarà uno dei temi principali trattata I durante l’evento "Welfare Aziendale: un’Opportunità per Migliorarsi" che si terrà il 21 luglio al Savoia Auditorium a Bologna organizzato da RS- Rieducatore Sportivo Italia. Dalle ore 15 diversi relatori si intervalleranno per parlare delle modalità con cui un’impresa può valorizzare al meglio il proprio personale.
Per approfondire www.rsevents.info